sabato 26 novembre 2011

IL TRUZZ0 (chi è, cos’è, com’è, cosa fa ed altro ancora)

Un qualcosa di divertente, anche per rilassarsi un po’ dopo tanta seriosità ci vuole quindi parliamo di un qualcosa di attuale ma, se ci è consentito l’uso del termine, ANTICO, teorizzato addirittura cinque secoli fa, IL TRUZZO.
L’uomo viTruzziviano è il modello del perfetto ‘truzzo’,
teorizzato da Leonardo da Vinci cinque secoli fa.
L'UOMO VITRUZZIVIANO è il modello del perfetto TRUZZO, teorizzato da Leonardo da Vinci cinque secoli fa dopo attenti studi in materia (a testimone del fatto che i truzzi sono sempre esistiti). L'uomo vitruzziviano può essere descritto come una creatura antropomorfa composta per da acqua, escrementi, e una strana cavità posta in cima al mucchio dei suddetti: essa è delegata a contenere l'unico neurone che permette a quest'essere di generare i confusi e contorti pensieri che stanno alla base della sua filosofia, e per la precisione:
§         "ce l'ho più lungo di te"
§         "sono più figo di te"
§         "possiedo vestiti più firmati dei tuoi"
§         "minchia oh"

LA FONDAMENTALE CAPIGLIATURA

Forgiata con l'ausilio di fiamme ossidriche e complicati macchinari adatti alla modellazione del marmo, la capigliatura  truzza deve rigorosamente essere di una complicatezza e di una futilità unica al mondo. Essa deve articolarsi in strani disegni e simboli dal significato indecifrabile, rasati direttamente sul cuoio capelluto, e che possono prendere qualsiasi forma; l'importante è che risultino ridicoli e incomprensibili a chiunque, tranne ovviamente agli altri truzzi. Questi ultimi a differenza della gente comune infatti non solo la capiranno, ma neanche si porranno il problema di capirne il significato. La capigliatura inoltre deve essere impiastricciata di gel, lacca o qualsiasi altra sorta di prodotto che renda i capelli di una lucidità raccapricciante, tipo cesso dopo un'accurata lavata con la lingua (ovviamente la lingua del truzzo di cui parliamo).
Tali mostruosità non solo saranno inutili e scabrose dal punto di vista estetico, ma richiederanno al truzzo anche più mano d'opera di quella che richiederebbe stuccare il Monte Bianco, oltre che a un dispendio di denaro in piastre, gel, shampoo, balsamo, contro-balsamo ecc. pari a quello che costerebbe in stucco l'opera sopracitata.

LA FACCIA

Il viso del truzzo perfetto va nascosto per metà o più da immensi e insulsi occhiali da sole, rigorosamente portati anche di notte, a letto o sotto la doccia. Direttamente sotto a questi demenziali aggeggi chiamati erroneamente occhiali da sole, come per non dare respiro al nostro intelletto, il truzzo deve mostrare un sorriso perenne che verrà comunemente definito "sorriso da minchione" (la parola "minchione" può essere rimpiazzata da ogni genere di insulto immaginabile).
Questo sorriso antiestetico e completamente fuori luogo - visto che non c'è assolutamente un cazzo da ridere - irriterà molto gli esseri pensanti che lo fissano, siano essi persone o animali. Come se non bastasse, sotto pesanti insulti il plastico sorriso dovrà allargarsi, fino a quando la gente non si accorgerà che in realtà il truzzo sta solo cercando disperatamente di piangere ma a forza di sorridere come un ebete gli si è da tempo bloccata la faccia.
Per la truzza femmina, parimenti, deve avvenire un raccapricciante processo di paralisi facciale modello iniezione di Botox, solo un pelettino più odioso: le medesime, in ispecial modo nelle vicinanze di una qualsiasi macchinario in grado di immortalarne le tristi grazie (vedi cellulare, macchina fotografica et similia), si devono esibire in espressioni languido/provocanti da telemeretrice di serie Z con immancabile linguetta di fuori a mo' di criceto spastico.

IL CORPO

.Il corpo-ammasso di sterco del truzzo, per ragioni estetiche, deve prendere la forma di gonfiatissimi muscoli e pompatissime vene in bella vista, di addominali scolpiti, di spalle marmoree. Sottolineiamo, per ragioni estetiche.
Infatti il massimo peso sopportabile da un truzzo deve essere esattamente il peso dei vestiti e delle cinture che porta, e per dissipare ogni dubbio a riguardo basterà una sfida a braccio di ferro, con un mignolo, rotto, a occhi chiusi, mentre un cammello vi penetra analmente e un cane vi mordicchia dove Dio non vede.
I "muscoli" del truzzo, come il tonno, si devono tagliare con un grissino, ed è per questo che la loro integrità è data dal fatto di essere contenuti in orrendi vestiti firmati e costosissimi, come la poltiglia del pattume è contenuta nel sacco della spazzatura (solo che il sacco in questione costa più della tua macchina).

MUTANDE ED AFFINI

Il truzzo deve farsi riconoscere ovunque e comunque: le loro mutande devono quindi essere di colori dannatamente fosforescenti. I truzzi maschi devono affrontare come rito di superiorità un confronto fra le proprie mutande: il membro con la mutanda più costosa ne uscirà vincitore. Il buon gusto, invece, ne uscirà sempre sconfitto: quando un truzzo le indossa sembra che giri con un paletto catarifrangente nell'ano.
Il rapporto tra il costo delle mutande truzze e il loro valore deve essere lo stesso che esiste tra un tornado e una scorreggia; le mutande saranno quindi vendute solo per coloro che non si vogliono abbassare a tirare su la tavoletta del water per buttarci dentro dei soldi, e come alternativa valida potranno comprare questo orrendo capo d'abbigliamento intimo-truzzese.
Se le mutande diventano troppo banali o mancanti di alcun tipo di sofisticosità, i truzzi possono acquistare pantaloni con finte mutande in trama scozzese annesse, una creazione secondaria unicamente all'avvento della supposta. Si spera per il bene della razza umana che i truzzi indossino delle vere mutande sotto questo entusiasmante capo.

LE SCARPE

Come non parlare delle Truzzo Shoes, o per meglio dire, le "Truzz Scius"?? Devono essere rigorosamente della Nike (TN, Squalo, Shox), Bikkembergrs, Prada, Hogan o altre marche impronunciabili o comunque dal costo variabile tra 1 e 9 miliardi di euro.
Le scarpe truzze, oltre al fatto di fare cagare, con quei colori tipo oro-giallo, argento, fuxia che neanche Calimero se dovesse diventare un pulcino normale si tingerebbe di quella merda di colore, devono assolutamente risultare anche di una scomodità allucinante, tipo traversata del Sahara a piedi con le scarpe chiodate indossate alla rovescia.
È d'obbligo che le scarpe costino una fortuna, da ipoteca sulla casa, solo per quella scritta che manco si riesce a pronunciare correttamente.
Se il truzzo proverà a correre con quelle scarpe sull'asfalto, gli dureranno ancora 3 2 1... ecco, distrutte! E vai con la prossima ipoteca! Se invece si trova sull'erba gli andrà meglio, potrà contare fino a 10, per poi ritrovarsi a correre per i prati a piedi nudi tipo Heidi, mentre le caprette gli fanno ciao e i monti gli sorridono.
 Dunque, per concludere, che piacciano o meno è una questione di punti di vista; personalmente non è di certo un bel vedere ma, in genere, sono alquanto innocui, dei ragazzi come tanti diciamo così un po’ eccentrici nel modo di porsi. Dopotutto ogni periodo ha avuto le sue ‘stranezze’, vediamo il Beatles (i cosiddetti cappelloni) che, a suo tempo, fecero tanto tendenza con la loro musica (in auge ancora oggi, ma quello è un altro discorso) il loro modo di abbigliarsi e furono seguiti dalla massa della gioventù di quel tempo guardati con occhio serio e vigile dalle generazioni precedenti. Questo solo per fare un esempio. Tornando indietro di 1 o 2 secoli ed andando ad osservare come si vestivano - abbigliavano (coloro che potevano permetterselo naturalmente – assai pochi a quei tempi); se li vedessimo sulle nostre strade al giorno d’oggi penseremmo immediatamente d’essere a Carnevale o dintorni.                                                Ok, chiudiamo qui, questo ‘siparietto’ sperando che i nostri truzzi (del resto sembreranno un po’ strani e superficiali ma penso che non siano stupidi – è un loro momento, diciamo un po’ … così; passerà e torneranno nel gruppo insieme ai … comuni) non se la prendano più di tanto, considerino la cosa una goliardata da parte di chi guarda a quell’età con non poco rimpianto e torniamo alle ‘cosette’ un po’ più concrete magari gradualmente. Sentirò l’amico Ruggero (Ormea) se ha un qualcosa di piacevole per me. Un saluto. Luciano Cremascoli -

lunedì 21 novembre 2011

IL PIACERE DEL PALATO E IL PIACERE SESSUALE (nel Laringectomizzato)

(si 'clicchi' sull'immagine per ingrandirla quindi renderla più leggibile)
Le festività natalizie sono ormai quasi alle porte: incontri e pranzi in famiglia, cene di lavoro, cene tra amici, etc. e spesso con tanta bontà in tavola. Questo può ha fatto riflettere sul piacere che abbiamo di stare insieme gustandoci il cibo. Partendo da questo presupposto, si può approfondire l'argomento anche  in relazione alla sessualità con tutte le sue sfumature. Questo è il tema della prossima serata (la terza delle otto in programma, ho già parlato delle precedenti due in questo mio Blog) di ’Impulsi’ del 1° dicembre che sarà appunto dedicato, come da locandina, a ‘il piacere del palato e il piacere sessuale’  anche nel contesto del laringectomizzato. Va considerato che il laringectomizzato può avere problemi di gusto (il piacere del palato può esserne limitato sin da subito dopo l’intervento chirurgico ma, in genere, man mano che il tempo passa – il tempo è da sempre considerato il miglior medicamento – torna alla sua normalità) così come la sessualità non subisce di certo delle ‘variazioni’ se non, in alcuni casi, puramente di carattere psicologico superabilissime magari con l’aiuto di personale adeguatamente specializzato sulla materia. Penso però che questa sia più che altro motivo e occasione per stare insieme in allegria (ma non troppo – l’argomento se visto dalla sua giusta angolatura può essere considerato più che serio, ampio e concreto sul quale c’è molto da dire, ascoltare ed imparare) parlando di ‘palato e sesso’ con l’attenta presenza di autorevoli ‘addetti ai lavori’. Non ci sarebbe altro da aggiungere, è tutto ben dettagliato nell’immagine della locandina di cui sopra e qualora non bastasse si può consultare la pagina web di ‘Impulsi’ (vedesi indirizzo sottostante) e sapere tutto e di più sia della serata che del ‘perché’ della creazione di questi incontri; insomma, di tutto un po’ ed un po’ di tutto sempre intorno all’argomento ‘sessualità’ nel campo medico-psicologico per un vivere meglio dopo traumi causati da una malattia e non solo. A questo punto non mi rimane che congedarmi, a chi può avere un qualche ‘problemino’ od è semplicemente interessato all’argomento od ancora curioso, il percorso è … tracciato, lo si segua. Un saluto. Luciano Cremascoli -

N.B.: Per eventuali ulteriori chiarimenti in merito e/o prenotazioni:
Claudia Pesenti-Salzmann
Consulente Sessuologica
Tel.: +41 76 534 81 83
Pagina web: www.impulsi.ch


domenica 20 novembre 2011

TERAPIE OLISTICHE (nel Laringectomizzato)

Che cosa sono le ‘Terapie Olistiche’ ? L'uomo considerato nella sua unione di corpo, mente, emozioni e spirito. Ecco il significato di questo apparentemente nuovo (in realtà antico) approccio alla cura della persona, in cui non c'è alcuna correlazione con l'esoterismo e il paranormale, ma piuttosto una vicinanza molto stretta con la Psicosomatica. Quando sentiamo parlare di Terapie Olistiche spesso e volentieri possiamo fare molta confusione nel cercare di definirle o nel metterle in una ben precisa categoria di appartenenza. In effetti l’argomento non è per niente chiaro, e soprattutto i contorni attorno ai quali si muove non sono assolutamente ben definiti. Proviamo adesso a fare un minimo di chiarezza in questo intricato mondo. Come prima cosa vediamo di dare una definizione precisa del termine Terapia Olistica: per quanto riguarda la parola “terapia”, non credo ci siano molte definizioni da dare,è ampiamente conosciuta e se vogliamo bonariamente riassumerla possiamo dire che indica la cura di una condizione fisica e/o mentale. E fin qui, tutto bene. Ma passiamo adesso alla parola più interessante delle due : olistica è un termine che deriva dal greco olos e letteralmente significa tutto”. Quando accostiamo questo termine alla parola terapia, intendiamo una forma di cura totale della persona, e spostandoci dalle traduzioni letterali possiamo formulare in questo modo la definizione di Terapia Olistica: cura di una patologia o di un disturbo, considerando il soggetto che ne è affetto,l’uomo, nella sua unione di corpo,mente, emozioni e spirito. Dunque, come possiamo vedere dalla definizione, la caratteristica principale delle Terapie Olistiche è quella di mettere su un unico piano gli aspetti fisici,mentali,emotivi e spirituali della persona che si ha in cura, invece di separarli come succede nella medicina tradizionale dove viene data la priorità ad un unico campo con la contemporanea esclusione degli altri. Secondo me, più che di terapie olistiche, si potrebbe parlare di approccio olisticoalla malattia da cui poi ne derivano le conseguenti terapie; cerchiamo di spiegare meglio questo passaggio: prendiamo l’esempio di una persona che lamenti un determinato disturbo fisico; l’approccio olistico alla malattia vuole che non si consideri (e quindi non si curi) solo il disturbo che la persona lamenta, ma cerca di andare oltre;infatti il disturbo è considerato come il sintomo della malattia, che si manifesta e si fa sentire attraverso il corpo, ma ciò che produce questo sintomo, ovvero la causa della malattia, và ritrovata nel mondo interno della persona, nelle sue emozioni e nella sua affettività. Una volta che abbiamo individuato la causa dunque potremo sì curare il disturbo fisico lamentato dalla persona, ma a partire dalla sua  origine e non dalla sua manifestazione. Spesso invece, la medicina tradizionale si occupa di guarire solo la manifestazione fisica, il sintomo di una certa malattia, tralasciando di investigare quale sia la reale causa di essa, ed il risultato di una cura di questo genere è solitamente scontato: sul momento il dolore (od il disturbo) si attenua o passa del tutto, ma nell’arco di poco tempo si ripresenterà tale e quale alla prima volta. Questa è un’esperienza che tutti abbiamo fatto nella vita, e che nella gran parte dei casi possiamo trovare anche in questo momento, sapendo dove andare a cercare: basta infatti pensare a quei disturbi che in ognuno di noi sono diventati  cronici, quasi come se fossero un tratto caratterizzante della persona, che abbiamo provato a guarire con più cure possibili, ma che non abbiamo mai sconfitto del tutto.  Ecco, questi sono i casi in cui ci siamo curati “superficialmente”, badando cioè solo al nostro corpo fisico, tralasciando invece di “curare la nostra anima”, andando a cercare la vera natura del nostro problema. 

Vada per le Terapie Olistiche ma del Laringectomizzato in questo contesto non si è ancora sentito parlare. Non è necessario, basta considerare che nonostante l’intervento chirurgico che si è subito (se non avessimo affrontato quel passo ora…) ci si senta ‘quasi’ perfettamente in forma, si cammini, si mangi con appetito, si stia frequentando anche la Scuola di Rieducazione alla Parola per tornare a parlare (come hanno fatto a suo tempo tantissimi altri laringectomizzati che ora parlano), insomma cosa si può volere di più dalla vita ? Dopotutto ci è rimasto solamente un qualche doloretto al collo, spalle e dintorni, una cosa sopportabilissima, accettabile. E’ questo che non è accettabile. E’ il dire ‘mi sento quasi perfettamente in forma’ che non va. E’ quel ‘quasi’ che ci deve indurre a provvedere. Sarebbe come dire: dopo aver percorso tanti chilometri sono quasi arrivato a destinazione. Non bisogna essere quasi arrivati a destinazione, si deve dire ‘sono arrivato a destinazione’ quindi se c’è un qualcosa che è possibile fare per eliminare anche quel ‘quasi’ (quei doloretti) sarebbe opportuno, visto che è possibile (nella maggioranza dei casi) provvedere. Io ho provveduto ad ‘eliminare’ anche quelli (i doloretti – ogni tanto riappaiono seguendo un po’ il tempo ed io ri-provvedo) senza medicinali, terapie dai nomi altisonanti od altro quindi, consiglierei a tutti i laringectomizzati, per un  BENESSERE NATURALE ci si affidi alle TERAPIE OLISTICHE, naturalmente avvalendosi di mani esperte, il fai-da-te anche in questo caso è sconsigliabile. Un saluto. Luciano Cremascoli -


mercoledì 2 novembre 2011

IN RICORDO DEI DEFUNTI

Il tramonto (della vita)
Oggi (mercoledì 2 Novembre) è il giorno della Commemorazione dei Defunti e vorrei ricordare questa giornata, triste per tutti, con una poesia in versi (a dire il vero lui la chiama ‘pensiero’) scritta dall’amico laringectomizzato (come me, del resto) Ruggero Ormea (questo blog ha già ospitato, e ne ospiterà ancora se ne avrò a disposizione e se lui naturalmente gradirà, altre sue ‘opere’ ma di ben altro tenore). Questa poesia è stata scritta in occasione della morte, poco tempo fa, di un suo carissimo amico e, diciamo così, ‘collega di sventura’ (anch’esso laringectomizzato). Ruggero tiene a precisare che questo suo ‘pensiero’ ha ottenuto il permesso alla pubblicazione dalla famiglia dello sventurato suo amico e che, parole sue, “la dedico a tutti in maniera di averlo ancora un po’ tutti nel cuore”.

AD   UN   AMICO

Lo 17 è per me di ricorrenza,
data ahimè, che le lune fa contare,
e lo 18 ... guarda che coincidenza,
lo Tuo, che così vuoi festeggiare.

Riunir tutti gli amici dello paese
vederli tutti insieme a parlottare,
non è si cosa facile , sono imprese,
che solo i grandi uomini sanno fare.

In poco tempo invece ti è riuscito,
l'unir lo Rosso e il Nero tutti insieme,
e far così cambiare lo vestito
a chi la convinzion troppo mantiene.

Però, ora noi qui, un poco tristi e sconsolati,
a realizzar che codesto è lo ultimo cammino,
che sti 4 passi insieme a Te, poco son durati,
anche se li abbiam fatti pian pianino.

Ma se ben ricordo non è Tua cosa
lo vedere in altrui core l'amarezza, 
e far tesoro del consiglio di chi riposa,
per brindar e cercar di toglier l'amarezza.

Così senza dubbio allora, prendiam la via,
che ci mena in quel di CASTELIN,
calda ed accogliente " Osteria ",
che in ricordo ci hai lasciato , .... caro TUNIN !

con affetto Roger
 (Ruggero  Ormea)      
A questo punto non avrei altro da aggiungere se non chiedere un minuto di doveroso silenzio e di riflessione in ricordo di tutti i defunti. Un saluto. Luciano Cremascoli -