sabato 26 maggio 2012

IL MALATO ONCOLOGICO (LARINGECTOMIZZATI compresi) – diritti; suoi e dei suoi famigliari

NON sarà di certo la prima cosa che si pensa quando ci si trova di fronte ad una diagnosi ‘importante’ come quello di un TUMORE, la “brutta bestia” come lo chiamo io (alla LARINGE, per citarne uno), ma ben presto il pensiero si fa pressante, per il malato e per i familiari chiamati ad accudirlo. Per fare visite, terapie, controlli, riabilitazioni e rieducazioni servono giorni, mesi, talvolta anni. Come gestire la malattia sul posto di lavoro ? Ora è possibile trovare tutte le risposte più urgenti in un depliant distribuito (per ora in 15mila copie) in tutt’Italia (sui posti di lavoro,  presso le associazioni di volontariato oncologico, dai patronati, dai sindacati, dalle associazioni di categoria, dalle Asl e dagli ospedali). Il vademecum, per indicare a tutti i lavoratori  che incorrono in una diagnosi di CANCRO quali DIRITTI hanno e come farli valere, è stato presentato giorni fa dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero che ha sottolineato «l’obiettivo di far sentire i malati meno soli e di eliminare la malattia (?) come forma di “discriminazione” sul lavoro». L’opuscolo è il frutto del lavoro congiunto delle associazioni di malati F.A.V.O. (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) ed AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro) ed è stato messo a punto grazie al coordinamento dell’Ufficio della Consigliera nazionale di Parità, Alessandra Servidori, ed alla collaborazione di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal e Komen Italia. Nel depliant è spiegato l’iter da seguire per il riconoscimento d’invalidità civile e handicap, le informazioni sui permessi e congedi lavorativi, i passi da compiere per chiedere il passaggio al part-time (che è un DIRITTO di cui è possibile avvalersi) od il sostegno economico. Senza dimenticare i diritti dei famigliari che assistono i pazienti e le leggi che li tutelano. «L’obiettivo finale è che il depliant venga consegnato insieme alla copia del contratto di lavoro» ha spiegato Servidori, in modo tale da informare il numero più vasto possibile di persone. Sono stati, infatti, circa 270mila i nuovi casi di tumore registrati in Italia nel 2011 e nel nostro Paese vivono 2 milioni di persone che hanno avuto una diagnosi di cancro, delle quali circa 700mila in età lavorativa, tra i 18 ed i 65anni. «Stando ai dati che abbiamo raccolto – sottolinea Elisabetta Iannelli, segretario generale della Favo – 3 malati su 4 vogliono continuare a lavorare ed essere parte attiva della società. E questo oggi è spesso possibile già pochi mesi dopo la diagnosi, mentre 10 anni fa il rientro avveniva mediamente dopo un anno e mezzo». A conti fatti, se agli attuali 2milioni di pazienti sopravissuti alla malattia aggiungiamo i caregiver, il cancro cambia la vita di oltre 5 milioni di italiani. I  caregiver sono famigliari, amici, colleghi di lavoro, volontari di associazioni che assistono, a vario titolo, i malati di tumore anche in modo continuativo, coniugando lavoro e famiglia con la funzione di accadimento, districandosi tra mille difficoltà. Stando alle statistiche, purtroppo, cresce il numero di pazienti e caregiver che si vedono licenziati, trasferiti, degradati, mobbizzati o si ritrovano con uno stipendio ridotto proprio nel momento in cui invece le spese aumentano a causa della malattia. «Invece esistono congedi temporanei (ad esempio quello straordinario famigliare biennale retribuito per coniuge, genitori o figli di un malato), un sostegno economico ad hoc o norme per facilitare il reinserimento al lavoro (prevedendo, ad esempio, il passaggio al part time) – conclude Iannelli -. Leggi, diritti e tutele esistono: bisogna conoscerli e farli applicare, senza incappare nelle lungaggini burocratiche. “Se lo avessi saputo prima…” è una frase che non vorrei più sentire». Secondo le più recenti stime del Censis, in conseguenza di una diagnosi di cancro circa l’80% di pazienti e famigliari  ha subito cambiamenti che vanno dalla perdita del lavoro alla riduzione del reddito: in totale quasi 85mila italiani negli ultimi 5 anni sono rimasti senza impiego (licenziati, costretti alle dimissioni oppure a chiudere la propria attività autonoma). E, se si calcolano tutti gli italiani che hanno avuto una neoplasia nella loro vita la cifra sale a 274mila PERSONE. Quindi, per concludere, non si perda tempo, ci si informi a si provveda nel migliore dei modi in difesa dei nostri interessi e diritti. Gli ‘strumenti’ a disposizione, a quanto pare, ci sono, ce ne si approfitti, non si perda tempo (cercando sin da subito di seguire il percorso più breve e soddisfacente alle proprie esigenze-necessità) nel nostro esclusivo interesse, sia che ci si trovi nello status di paziente oncologico che di famigliare. Un saluto. Luciano Cremascoli –

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