mercoledì 22 febbraio 2012

TRAPIANTO DI TRACHEA (il laringectomizzato può esserne interessato - coinvolto)

Dopo il trapianto di trachea il Dottor Paolo Macchiarini torna all'estero. Maccarini: "In Italia mi sento preso in giro". Dopo aver eseguito un trapianto di trachea unico al mondo per la tecnica utilizzata, il chirurgo Paolo Macchiarini accetta un incarico a Stoccolma. I pazienti operati con successo all’ospedale Careggi di Firenze stanno bene e sono due giovani donne, "già in fase di dimissione". Dieci ore di operazione e un team di quaranta persone. Ma Macchiarini commenta: "Per me nessuna prospettiva di un incarico e non vedo futuro per i giovani che lavorano con me".
Dr. Paolo Macchiarini
FIRENZE - Paolo Macchiarini ha eseguito con successo un trapianto di trachea in due persone che soffrivano di tumore. E lo ha fatto utilizzando una tecnica completamente innovativa: prima ha lavorato sulla trachea del donatore, eliminando tutte le cellule viventi, e su questa ha predisposto una struttura inerte su cui ha inserito le cellule staminali prelevate dal paziente destinato a ricevere il trapianto. Nonostante il successo dell'operazione, Maccarini sembra essere destinato a diventare l'ennesimo cervello italiano in fuga. "Mi hanno preso in giro - ha detto il chirurgo - ero tornato in Italia perchè chiamato per un progetto innovativo, ma non ho avuto quello che mi hanno promesso. E così oggi ho deciso di abbandonare l'ospedale Careggi di Firenze e di accettare un incarico universitario e clinico al Karolinska Institutet di Stoccolma. Inizierò a settembre la mia attività, sopratutto per offrire ai giovani che lavorano con me una prospettiva concreta. Per le ricerche innovative che sto portando avanti ho bisogno di finanziamenti. Finora, la Regione Toscana è stata l'unica che mi ha finanziato. Ma c'è stata una chiusura evidente del mondo accademico fiorentino nel darmi un incarico: non sono bastate quattro riunioni per decidere sul mio ruolo, al Karolinska invece è stato sufficiente leggere il curriculum per darmi un incarico. La stessa cosa è all'University College di Londra dove mi hanno nominato professore in chirurgia toracica". Eppure gli interventi del 6 e il 13 luglio scorsi sono andati bene. Il decorso delle due pazienti, una di circa 30 anni di nazionalità ceca, l'altra di circa 20 anni, inglese, "è stato privo di complicazioni", si legge in una nota. Le due donne sono in fase di dimissione dall'ospedale e le loro condizioni sono ritenute "soddisfacenti". Nell'intervento sulla paziente inglese, inoltre, è stata eseguita, per la prima volta in Italia, una radioterapia intraoperatoria in corso di trapianto di trachea, coordinata dal professor Giampaolo Biti, per ridurre al minimo il rischio di recidive tumorali. I due interventi sono durati oltre 10 ore ciascuno e hanno coinvolto 40 persone fra chirurghi, anestesisti, infermieri biologi e tecnici, oltre alle equipe del CNT (centro nazionale trapianti) e della protezione civile per il prelievo e il trasporto delle trachee.

La tecnica innovativa utilizzata dal professor Macchiarini ha previsto una fase di preparazione delle trachee chiamata decellularizzazione, per l'eliminazione di tutte le cellule del donatore, che è stata eseguita dalla dottoressa Silvia Baiguera nel Laboratorio di bioingegneria e biologia molecolare della via aerea (Bioair) e nella Banca del sangue placentare di Careggi diretta dal dottor Riccardo Saccardi.

Questa chirurgia, sperimentata per la prima volta, è resa possibile dalla tecnica di preparazione delle trachee bioingegnerizzate da donatore, già messa a punto da Macchiarini in precedenti interventi non oncologici. La tecnica consiste nell'eliminazione di tutte le cellule viventi del donatore dalla trachea per predisporre una struttura inerte su cui inserire cellule staminali prelevate dai pazienti riceventi, poco prima dell'intervento, con l'aggiunta di fattori di crescita: questo evita il rigetto e consente la rigenerazione della trachea. In pratica grazie alle cellule staminali è stato possibile ripavimentare la trachea e favorire la ricostruzione del tessuto interno della trachea. "Si aprono prospettive nuove e straordinarie. Per il futuro è possibile ipotizzare di applicare la stessa innovativa tecnica anche ad altri organi: penso alla laringe o a interventi a livello polmonare", ha detto Macchiarini. "Interventi come questi - ha aggiunto - devono dare fiducia alle persone perché la ricerca ha fatto e fa passi in avanti straordinari. Vorrei sottolineare l'importanza decisiva dell'utilizzo delle cellule staminali e in questo il Centro nazionale trapianti ci ha aiutati molto; e poi anche l'aspetto italiano di questo importante risultato". Macchiarini ha inoltre anticipato che i prossime due pazienti, che saranno operati con la stessa innovativa tecnica, sono due donne toscane. 

A questo punto non ci sarebbe altro da fare per chi è deputato a questi ‘problemi’, cominciando dal nostro Primo Ministro Professor Mario Monti (prof. In Economia e Commercio quale Cattedratico, nulla a che vedere con la Medicina) anche alla luce degli ultimi fatti del Pronto Soccorso dell’Umberto 1° di Roma, della ragazzina deceduta a seguito di una tonsillectomia e molti altri (troppi per elencarli tutti) una seria riflessione ma, forse, più che riflettere si dovrebbe ‘provvedere’ al più presto prima che sia troppo tardi o che si venga definiti Paese da ‘terzo mondo’; se continuiamo di questo passo saranno i cosiddetti paesi del terzo mondo che guarderanno noi (Italia, nell’Europa Unita) dall’alto in basso. Un saluto. Luciano Cremascoli -

1 commento:

  1. Forse le è sfuggito che successivamente (ma ormai più di un anno fa) il prof. Macchiarini ha effettivamente partecipato a un trapianto di trachea e laringe su una paziente americana che ha cos' riacquistato la voce dopo 12 anni. La buona notizia è che -nonostante una campagna diffamatoria a tutti i livelli (campagna stampa con diffusione di notizie false, denunce per le cose più incredibili) il prof. Macchiarini pochi giorni fa ha firmato il contratto con l'Ospedale di Careggi per l'avvio dell'Istituto Europeo per le vie eree, che lavorerà in collaborazione con il Karolinska Insitutet e il London Univaersity College.

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