domenica 15 gennaio 2012

OPERATORI DEL TRAPASSO (una realtà lavorativa particolare e silenziosa ma indispensabile)

Un'infermiera rivela i 5 principali rimpianti che le persone esprimono quando sono in punto di morte :
" Ho lavorato per molti anni nelle cure palliative. I miei pazienti erano quelli che erano andati a casa a morire. Abbiamo passato assieme dei momenti assolutamente speciali. Stavo con loro per le ultime settimane, tra 3 e 12, delle loro vite. Le persone crescono molto, quando si confrontano con la propria caducità. Ho imparato a non sottovalutare mai la capacità di crescita delle persone. Alcuni cambiamenti sono stati fenomenali. Ognuno ha provato varie emozioni: come ci si poteva aspettare, rifiuto, paura, rabbia, rimorso, ancora più rifiuto, e, alla fine, accettazione. Tuttavia, ogni paziente ha trovato la propria pace, prima di andarsene; ognuno di loro.
Quando venne loro chiesto se avessero dei rimpianti, o se ci fosse qualcosa che avrebbero fatto in maniera diversa, vennero a galla ripetutamente dei temi comuni. Ecco i 5 più comuni: 1) Vorrei aver vissuto la mia vita senza tradire me stesso, e non la vita che gli altri si aspettavano da me. Questo è stato il rimpianto più comune tra tutti. Quando la gente capisce che la vita sta volgendo al termine, e la osserva chiaramente a ritroso, è facile vedere quanti sogni non sono stati realizzati. La maggioranza delle persone non aveva onorato nemmeno la metà dei propri sogni, e doveva morire sapendo che ciò era dovuto alle scelte che aveva, o che non aveva fatto. E' molto importante cercare di onorare almeno alcuni dei tuoi sogni, lungo il percorso. Dal momento in cui perdi la salute, è troppo tardi. La salute porta con sé una libertà di cui pochissimi si rendono conto, fino a che non ce l'hanno più.2) Vorrei non aver lavorato così duramente. Questo è stato detto da ogni paziente maschio che ho curato. Si sono persi la gioventù dei propri figli e la compagnia della propria partner. Anche le donne hanno parlato di questo rimpianto. Ma, poiché la maggior parte di esse appartenenva ad una generazione più vecchia, molte delle pazienti di sesso femminile non erano state le responsabili del mantenimento della famiglia. Tutti gli uomini che ho curato hanno rimpianto profondamente di aver trascorso così tanto tempo della loro vita dedicandosi ad un lavoro gravoso. Semplificando il tuo stile di vita, ed effettuando scelte coscienti lungo il percorso, è possibile non aver bisogno delle entrate di cui pensi di aver bisogno. E creando più spazio nella tua vita, diventi più felice e più aperto a nuove opportunità, più adatte al tuo nuovo stile di vita.3) Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere le mie emozioni. Molte persone hanno soppresso le proprie emozioni per mantenere la pace con gli altri. Come risultato, si sono adattati ad un'esistenza mediocre, e non sono mai diventati chi sarebbero stati veramente capaci di diventare. Molti, come risultato, hanno sviluppato malattie collegate all'amarezza ed al risentimento che si portavano appresso.
Non possiamo controllare le reazioni degli altri. Comunque, anche se le persone potrebbero reagire quando cambi il modo in cui sei, parlando onestamente, alla fine ciò innalza la relazione ad un livello nuovo, e più sano. O comporta ciò, oppure fa scomparire la relazione malsana dalla tua vita. In ogni modo, tu ci guadagni.4) Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici. Spesso, le persone non capivano veramente i pieni benefici dei vecchi amici, fino alle loro ultime settimane, e non sempre era possibile ritrovarli. Molti erano diventati così presi dalle loro vite che, col trascorrere degli anni, avevano lasciato scivolar via delle amicizie splendide. C'erano profondi rimpianti per non aver dato alle amicizie il tempo e l'impegno che meritavano. A tutti mancano i propri amici, in punto di morte. E' comune per chiunque abbia una vita piena d'impegni lasciar scivolare via le amicizie. Ma quando ti confronti con la tua morte imminente, i dettagli fisici della vita crollano. Le persone vogliono mettere ordine tra i propri affari finanziari, se possibile. Ma non sono il denaro o lo status sociale ad avere veramente importanza, per loro. Vogliono mettere le cose in ordine più per il beneficio di coloro che amano. Spesso, tuttavia, sono troppo malati ed esausti per riuscire anche solamente a gestire questo impegno. Alla fine, tutto si riduce all'amore e alle relazioni. Questo è tutto ciò che rimane nelle ultime settimane: amore e relazioni.5) Vorrei essermi permesso di essere più felice. Questo è sorprendentemente comune. Molti non avevano capito, fino alla fine, che la felicità è una scelta. Erano rimasti incastrati in vecchi schemi ed abitudini. Il cosiddetto 'comfort' della familiarità aveva sopraffatto le loro emozioni, così come le loro vite fisiche. La paura del cambiamento aveva fatto sì che fingessero con gli altri, ed anche con sé stessi, di essere appagati. Una volta entrati profondamente all'interno del proprio cuore, desideravano ridere di gusto, e riportare nelle proprie vite la leggerezza. Quando sei sul tuo letto di morte, ciò che pensano gli altri è ad anni luce di distanza dai tuoi pensieri. Quant'è meraviglioso essere in grado di lasciarsi andare e sorridere ancora, molto tempo prima di morire....".
La vita è una scelta. E' la TUA vita. Scegli consciamente, scegli saggiamente, scegli onestamente. Scegli la felicità. Scegli l'Autenticità...
Dopo quanto letto penso non siano necessari ulteriori chiarimenti e/o commenti. Ha già spiegato tutto lei, questa coraggiosa infermiera (per ovvie ragioni non ne cito il nome), che ha avuto la forza per parecchi anni di lavorare accanto a questi ‘particolari’ pazienti ma non solo, è riuscita a trovare il lato positivo di questo, che io non chiamerei un lavoro ma una vera e propria missione e mettere il tutto nero su bianco sia pure in poche righe; righe piene di verità inimmaginabili, estremo coraggio, serenità d’animo e saggezza. A proposito di saggezza sarà meglio mi fermi, non vorrei ‘rovinare’ quel bel messaggio che questa particolare professionista ci ha lasciato e sul quale molti dovrebbero riflettere ma, più che riflettere magari adoperarsi anche a livello di volontariato (c’è sempre la necessità di volontari coscienti, volonterosi, preparati e desiderosi di dedicarsi al prossimo anche in incarichi meno impegnativi). Un saluto. Luciano Cremascoli -

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