venerdì 15 aprile 2011

SINDROME BIPOLARE (di cosa si tratta ?)

I disturbi dello "spettro bipolare", ovvero i quadri clinici un tempo globalmente indicati col termine di "malattia maniaco-depressiva", consistono in sindromi di interesse psichiatrico sostanzialmente caratterizzate da un’alternanza fra le condizioni contro-polari di eccitamento ed inibizione dell'attività psichica. Questa disregolazione funzionale si traduce nello sviluppo di alterazioni dell'equilibrio timico (psicopatologia dell'umore), dei processi ideativi (alterazioni della forma e del contenuto del pensiero), della motricità e dell'iniziativa comportamentale, nonché in manifestazioni neurovegetative (anomalie dei livelli di energia, dell'appetito, della libido, del ritmo sonno-veglia). Sulla base del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (D.S.M.), i disturbi bipolari comprendono il Disturbo Bipolare di I tipo, il Disturbo Bipolare di II tipo, il Disturbo Ciclotimico e la categoria residua del Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato.  Il disturbo bipolare si caratterizza per lo sviluppo di alterazioni ciclico-periodiche del livello di attivazione psichica, episodi talora intervallati da periodi asintomatici, talaltra capaci di cronicizzare in fasi protratte, a detrimento del funzionamento dell'individuo, che va incontro ad un progressivo, inesorabile scadimento. In realtà, la sintomatologia affettiva, non è neppure la manifestazione più evidente, mentre lo sono le conseguenze comportamentali, fra l'altro più facilmente obiettivabili e - da un punto di vista operativo - più utili ai fini diagnostici. La discriminazione fra i vari sottotipi clinici dello spettro bipolare (tipo I, tipo II, Ciclotimia) avviene sostanzialmente sulla base del decorso e della connotazione sintomatologica delle fasi affettive intercorrenti (od anamnesticamente raccolte). Il Disturbo Bipolare di I tipo è ad esempio caratterizzato dalla presenza di uno o più episodi maniacali o misti. Nella maggior parte dei casi gli episodi maniacali o misti sono alternati ad uno o più episodi depressivi, anche se questi non sono affatto necessari alla formulazione della diagnosi. In effetti, nel 2-10 % dei casi si verificano esclusivamente ricadute maniacali, forme queste ultime che mostrano più spesso un esordio tardivo. Il Disturbo Bipolare di II tipo mostra invece un decorso clinico caratterizzato da almeno un Episodio Depressivo Maggiore, intervallato da almeno un Episodio Ipomaniacale spontaneo. Il Disturbo Ciclotimico è infine connotato dallo sviluppo di svariati episodi ipomaniacali, alternati a periodi caratterizzati dalla presenza di sintomi depressivi, che tuttavia non sono sufficienti per porre diagnosi di Depressione Maggiore. Detto più con parole povere la “sindrome bipolare” comporta alti e bassi del tono dell’umore; il disturbo bipolare è un’altalena tra giornate nere e momenti di euforia. Sintomi che, ad esempio, hanno costretta ultimamente una star come l’attrice Catherine Zeta Jones a farsi ricoverare in clinica per un periodo di cure. Ad acuirle il disagio è stato l’anno difficile trascorso col partner Michael Dougla, alle prese con un cancro alla gola, poi risoltosi positivamente. Il professor David j, Miklowitz, docente di psichiatria a Los Angeles, mette in guardia sui pericoli di questa forma di depressione che può portare, in casi estremi, anche al suicidio, se non trattata. Sbalzi di umore sono tipici di persone creative, ne soffrivano personaggi come Van Gogh ed Ernest Hemingway. 
Questo naturalmente a grandi linee, l’argomento meriterebbe molta più attenzione e spazio. Vedremo in … futuro ! Un saluto. Luciano Cremascoli -


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